La Casa del Fauno
no dei più grandi ritrovamenti pompeiani è senza dubbio la cosiddetta Casa del Fauno su Via della Fortuna, una delle più grandi e sontuose dimore romane dell'antica città di Pompei. Sepolta anch'essa durante la terribile eruzione del Vesuvio del 79 d.C., copre una superficie di ben tremila metri quadrati occupando l’intero isolato.
La casa, riportata alla luce solo nel XIX secolo, rappresenta una testimonianza unica che permette di conoscere usi e costumi della vita a quei tempi. Una prima costruzione di questa lussuosa dimora risale al III secolo a.C., di dimensioni ridotte rispetto a quella attuale. Infatti, nel corso del II secolo a.C. venne totalmente ricostruita ed ampliata.
Deve il suo nome alla statuetta in bronzo del fauno danzante, una popolare divinità della natura che corrisponde al satiro nella cultura greca. Era posta al centro dell’atrio, nell’impluvium, ma non nel mezzo della vasca come si vede oggi. Attualmente è visibile una copia della statua perché l’originale è conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Non si conosce nessuna notizia del proprietario ma la ricchezza e il livello sociale si percepiscono già dalla via, dove ad accogliere i visitatori vi è un mosaico con la scritta in latino “Have” in tessere multicolore. Questa, oltre ad essere un saluto augurale, testimonia la conoscenza della lingua latina del proprietario, che a quel tempo non era parlata a Pompei. La particolarità della dimora si deve non solo alla grandezza ma anche al fatto di presentare due atri, due peristili e quattro triclini. Intorno agli atri si sviluppano due diverse zone della casa: una a carattere residenziale e una destinata ai servizi.
Per la sua importanza architettonica e decorativa, la Casa del Fauno può essere considerata uno dei più bei esempi di abitazione privata che l’antichità ci ha lasciato. La dimora si presentava finemente decorata da magnifici mosaici pavimentali, che sono stati in parte strappati e attualmente sono esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Da quelli originali, come un gatto che azzanna un gallo, a quelli di una straordinaria modernità come tre colombe che tirano fuori da uno scrigno una collana di perle. Nella sala di soggiorno, tra primo e secondo peristilio, si trova una splendida copia (l’originale è custodito al Museo Archeologico Nazionale di Napoli) del celebre mosaico risalente al II secolo a.C. che raffigura la vittoria di Carlo Magno sul re persiano Dario, nella battaglia di Isso. L’originale, eseguito dal pittore ellenico Filosseno di Eretria, è stato realizzato con circa un milione e mezzo di tessere.
Anche se diverse opere originali sono state sostituite da riproduzioni, la Casa del Fauno è una delle principali attrazioni di Pompei nonché uno dei luoghi più importanti degli scavi archeologici.